

Il saggio di Giulio Betti, meteorologo e climatologo di consolidata esperienza, si pone come una guida essenziale per orientarsi nel dibattito pubblico sul cambiamento climatico, spesso confuso da disinformazione e narrazioni fuorvianti. Il titolo, ironico, introduce il tema centrale del libro: lo smascheramento delle "comode bugie" e dei falsi miti che minimizzano o distorcono la realtà del riscaldamento globale.
Betti analizza in modo chiaro e accessibile le radici delle credenze pseudoscientifiche, amplificate dai social media e da una divulgazione mediatica non sempre rigorosa. L'obiettivo è fornire al lettore non esperto gli strumenti per comprendere i fenomeni climatici e distinguere i fatti scientifici dalle mere opinioni o teorie prive di fondamento.
Uno degli elementi chiave del testo è la decostruzione dei cliché storici e naturalistici: dalle leggende sulla marcia di Annibale attraverso le Alpi, spesso utilizzate per sostenere l'idea che il clima sia sempre stato mutevole, fino al mito della Groenlandia immaginata come "terra verde" in tempi antichi. L'autore chiarisce la fondamentale differenza tra meteorologia (che si occupa di periodi brevi) e climatologia (che analizza lunghi archi temporali, almeno trentennali), un concetto spesso ignorato ma indispensabile per capire la crisi climatica.
Il libro sottolinea che il problema cruciale non è tanto il cambiamento climatico in sé, che fa parte della storia geologica terrestre, quanto il ritmo accelerato con cui tale variazione sta avvenendo a causa delle emissioni antropiche di gas serra. Viene evidenziato come l'attività umana stia sbilanciando il bilancio energetico del pianeta, causando un aumento netto di record termici di caldo rispetto a quelli di freddo.
Infine, Betti, pur mantenendosi lontano da catastrofismi, offre una visione equilibrata che combina l'analisi critica con la speranza. Il testo non si ferma alla critica, ma presenta esempi di iniziative di successo e insiste sulla necessità di applicare le risposte che la scienza già offre, come le strategie di adattamento e mitigazione. Il messaggio conclusivo è un appello all'azione basata sulla consapevolezza, sottolineando che la transizione ecologica è un'opportunità di miglioramento e non solo un costo o un sacrificio.